04/12/08

Un premio al merito nel lavoro per tornare a essere competitivi

Merito, o, se vogliamo, meritocrazia. Una delle parole più declamate negli ultimi mesi, emersa con forza all'attenzione dell'opinione pubblica nelle vicende che hanno riguardato la scuola e l'università italiana. La questione del merito comincia a farsi strada anche nel nostro Paese.Essendo abituato, in qualità di uomo d'azienda, a tradurre le idee in fatti concreti, ho ritenuto doveroso promuovere, come Manpower, in partnership con i giovani imprenditori di Confindustria, un Premio che gratifica realmente il merito, quello dimostrato nell'attività lavorativa quotidiana. Si tratta del Premio per il Lavoro, che si concluderà con una grande Cerimonia il 3 dicembre all'Auditorium Parco della Musica di Roma. Mi si potrà obiettare che i premi in Italia fioriscono più delle margherite, ma in questo caso si tratta di un Premio solido, fondato su basi rigorose di imparzialità, e coordinato da un Comitato tecnico scientifico presieduto da Antonio Marzano, Presidente del Cnel, e composto da uomini del valore di Pietro Ichino, Antonio Catricalà, Nicola Rossi, Pierluigi Celli, Maurizio Beretta, Corrado Calabrò, Luigi Tivelli e altri. Abbiamo selezionato, sulla base delle segnalazioni dei direttori del personale, centinaia di curriculum, con un primo screening a livello regionale. E in questi giorni il Comitato tecnico scientifico designerà i vincitori per le varie categorie: operaio, impiegato, quadro, dirigente, lavoratore extracomunitario e altre. Riconoscere l'eccellenza nel lavoro è fondamentale, non solo nel settore privato, ma anche in quello pubblico, per il quale abbiamo previsto un Premio ad hoc. I signori e le signore che saliranno sul Palco dell'Auditorium hanno passato un rigoroso vaglio imparziale dei loro curricula e delle loro competenze, cioè del loro "saper fare" e "saper essere". È questo il messaggio chiaro che vogliamo dare al Paese. Siamo più che mai immersi nella società della conoscenza. Ma, come ha detto in termini plastici Antonio Marzano alla presentazione del Premio, nel nostro Paese vige anche la società delle conoscenze, in cui, purtroppo, appartenenze partitiche, familiari o raccomandazioni varie, contribuiscono ad abbattere la regola del merito. A pagarne le conseguenze sono in primo luogo i giovani, che spesso non possono trovare chances obiettive per salire sull'ascensore sociale. Chi può puntare solo sui propri meriti, spesso anche nei casi in cui sono palesi e dimostrabili, fatica e deve aspettare una lunga coda per attraversare la frontiera. Anche per questo, nel nostro codice deontologico di Agenzia per il lavoro, è previsto il rifiuto di ogni sorta di raccomandazioni, da chiunque provengano. E siamo ben attenti a selezionare i giovani da avviare nelle aziende nostre clienti, solo sulla base delle proprie riconosciute capacità professionali, dai livelli più bassi a quelli più alti. È in questo quadro di valori e in questa visione della società, che si colloca il Premio per il lavoro. (autore: IL TEMPO.it).

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