14/12/08

Freelance e lavorare da casa : qualche suggerimento in merito

Lavoro da casa - non è tutto rose e fiori
Vivo ancora a casa con i miei, spero di poter dare una svolta ben presto a questa situazione (non voglio passare da fannullone), ma fortunatamente vivo in una villetta in un paese come Aquileia, avvolta nel verde e con poco traffico rispetto alle città.
La casa devo dire che fortunatamente mi permette molta dinamicità ed anche se ho 2 gatti che mi tormentano perchè hanno sempre fame o dover stare molte volte agli orari “canonici” di pranzo e cena dettati dall’ ambito famigliare, posso comunque essere felice di questa indipendenza da timbrare un cartellino o dover sottostare a molte restrizioni come in altri ambiti lavorativi.
Gli spazi abitativi e lavorativi
Se non trovi però pace con il via vai di parenti, visite, con le altre mille distrazioni come rumorosità ambientale dettata dal traffico di auto della strada accanto a casa tua ti posso dire come vivo il mio ambiente lavorativo a casa mia per poterti dar modo di pprender qualche spunto così da rendere più accogliente fisicamente e psicologicamente il tuo ambiente lavorativo in casa.
Psicologia ed ambiente
Di solito ho due stanze dedicate a studi: la mia camera con scrivania che utilizzo nei mesi invernali perchè è più calda e confortevole e la cantina nei mesi estivi perchè essendo semi interrata mi permette di avere un ambiente climatizzato naturalmente.
Questo già mi da maniera di essere positivamente motivato nel lavoro essendo in un’ area confortevole a livello fisico che si riperquote appunto sulla mia psicologia: è già un buon punto di partenza.
Predisporre di una connessione wi-fi
Secondo me è la priorità: è la cosa migliore se desideri assere dinamico e poterti rifugiare o ripiegare in un’ altra stanza più consona perchè sono arrivati ospiti o il tuo partner magari sta telefonando disturbando la tua registrazione video o la video conferenza con un cliente importante.
Suono e mente
Personalmente sono abituato a lavorare o nel completo silenzio (fortunatamente anche la zona in cui abito non ha rumori di fondo esterni se non qualche ghiandaia che strilla) o con un sottofondo musicale di qualunque genere (musica prettamente in inglese - quella in italiano personalmente mi svia da quello che sto leggendo) e questo mi da la carica giusta per scrivere e bloggare: forse è il ritmo delle canzoni che cadenzano il battito sulla tastiera, forse sarà qualche altro fattore - non sono psicologo e non opero nel ramo, ma devo dire che la musica mi aiuta a rendere confortevole il lavoro.
Troppo rumore di fondo fa male, disturba ed irrita ed ecco che può capitare che se mi trovo a lavoricchiarein una stanza dove ci sono miei parenti allora ho sempre sotto mano le cuffiette perchè almeno posso optare per sentire musica dal portatile piuttosto che il chiacchericcio delle persone che mi stanno accanto.
Ipnotizzati e svegliati di botto
Capita che quando inizio a scrivere o a creare qualcosa di grafico, non prettamente col computer ma anche abbozzando e disegnando con carta e matita, ad un certo punto prda la cognizione del tempo ed è proprio in quegli istanti che riesco veramente a focalizzare ed andare verso il mio obiettivo, ma può capitare che ci sia qualche cosa che mi faccia tornare alla realtà di botto come il trillo del telefono, come la voce di qualcuno che mi sta accanto, il cinguettio stridente di qualche cornacchia di passaggio nel mio giardino…
Perdo così tutto il mio lato creativo: lo spiega bene il concetto il libro “Disegnare con la parte destra del cervello“.
Riflettiamo sugli stati di coscienza
Per fare un esempio, molti dicono che quando sono assorti nella lettura “escono da se stessi”. Altre attività che sembrano produrre un simile mutamento nello stato di coscienza sono la meditazione, il jogging, il cucire, il battere a macchina, l’ ascolto della musica e, naturalmente, il disegno stesso.
La chiave per imparare a disegnare consiste quindi nel creare le condizioni favorevoli al passaggio della mente a un diverso modo di elaborare le informazioni (quello di coscienza alterato) che consente di vedere nel giusto modo.
di Betty Edwards (scritto da Davide Tommasin).

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