15/12/08

Crisi, aziende familiari a rischio

Come è noto il sistema produttivo italiano ha la sua spina dorsale nelle piccole e medie imprese, spesso a conduzione familiare, che costituiscono l'80% circa del totale e che impiegano 65mila persone.Ecco perchè i numeri che apprendiamo da un'indagine condotta dalla Camera di Commmercio di Milano sono così preoccupanti; sono infatti 300 mila le imprese di famiglia che rischiano di essere spazzate via dallo tsunami della recessione. Lo studio, realizzato a novembre, si basa su un campione di 300 imprese di Milano con il supporto di dati Eurostat 2006 e registro delle imprese 2006-2007. Il risultato è che una una impresa su quattro, se la situazione si dovesse aggravare (e non è così improbabile), prevede di non riuscire a completare il cosiddetto "passaggio generazionale". Cioè è costretta ad abbassare la saracinesca subito. Cosa ancor più preoccupante se si pensa a come è difficile oggi, soprattutto per i giovani, entrare a far parte del mondo del lavoro: bene, l'impresa di famiglia ha assorbito fino molti di loro che rischiano,da pra in poi, non trovare lavoro.In Italia infatti ogni anno un giovane su otto ottiene occupazione proprio nell'impresa di famiglia, con le maggiori percentuali al Sud.A Palermo, ad esempio, il 14% dei posti di lavoro generati dal settore privato è costituito da assunzioni nell'azienda di papà, percentuale che scende all'11% a Napoli, al 10% a Milano e all'8% a Roma.

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