23/11/08

LAVORO: 150 MILA TEEN AGER DISPERSI, PIU'SOMMERSO

Il tasso di occupazione in Italia (58,7%) resta lontano dagli obiettivi di Lisbona ed è inferiore alla media dei Paesi UE (65,4%) ma per i prossimi quattro anni le stime occupazionali segnalano un aumento di 1,2 milioni di unità. Cresce inoltre l'effetto-scoraggiamento che, solo nel Mezzogiorno, conta un +8,1% di inattivi tra il 2000 e il 2007. Restano numerosi i gap del mercato del lavoro italiano, secondo il Rapporto Isfol 2008, e il loro recupero non può che "passare attraverso politiche mirate e un approccio multidimensionale". Consistente resta la quota del sommerso: il Rapporto stima infatti in un milione 480mila individui la portata del lavoro maschile sommerso e irregolare, con quote elevate nel settore dei servizi (64%) e nel Mezzogiorno (50,3%). Di segno positivo invece le previsioni occupazionali dell' Isfol (Istituto per la formazione professionale dei lavoratori), al 2012 che stimano un aumento di un milione e 200 mila unità, concentrate in alte professionalità e basse qualifiche professionali. Intanto, nuovi soggetti deboli si affacciano sul mercato del lavoro. Riguardo alla quota di lavoro femminile: atipicità, discontinuità e inattività descrivono la relazione tra donne e mercato del lavoro e l'Italia dista più di 10 punti dall'obiettivo di Lisbona di un'occupazione femminile al 60%. Sul fronte formazione, dal Rapporto Isfol emerge che per la prima volta in Italia i lavoratori diplomati raggiungono il 60% della forza lavoro complessiva. E sono in aumento anche i lavoratori in possesso di un titolo universitario (15,7%). Ma cresce al contempo il numero dei teen ager italiani 'dispersi': sono 150-155mila, sempre secondo le stime dell' Isfol, gli adolescenti che non sono inseriti in alcun percorso formativo. Resta quindi negativo il dato sull'abbandono scolastico e formativo dei giovani italiani tra i 18 e i 24 anni che rimane circa il doppio rispetto al 10% fissato a Lisbona. Al contempo, sale il numero delle matricole universitarie (+5,6%) e i giovani italiani sembrano prediligere le facoltà del gruppo scientifico. In netto calo gli aspiranti avvocati e giuristi (-15%). La formazione professionale regionale raggiunge il suo massimo storico in termini di allievi formati, ma nel Nord Italia si realizzano il doppio dei corsi che nel resto del Paese. Infine, l'istituto dell'apprendistato stenta a decollare: sono ancora troppo pochi gli apprendisti formati. (fonte: www.ansa.it).

Nessun commento: