19/02/09

L'Europa contro il lavoro illegale

Il Parlamento europeo ha approvato formalmente la nuova direttiva che introduce sanzioni contro i datori di lavoro che impiegano immigrati irregolari nell'Ue. Giro di vite Ue sul lavoro illegale. Con il voto di oggi (552 voti favorevoli, 105 contrari e 34 astensioni) la plenaria dell'Europarlamento, riunita oggi nella “minisessione” di Bruxelles, ha approvato formalmente la nuova direttiva che introduce sanzioni contro i datori di lavoro che impiegano immigrati irregolari nell'Ue. Lotta senza quartiere contro l’immigrazione clandestina, a cominciare però dagli stessi datori di lavoro che decidano di impiegare cittadini di stati terzi all’Unione europea che soggiornano illegalmente sul territorio dei Ventisette. A scoraggiare l’impiego di immigrati clandestini tre tipi di sanzione: pecuniaria (con l’inclusione dei costi dell’eventuale rimpatrio), amministrativa (ritiro della licenza di esercizio) e, per alcuni casi estremamente gravi, penale. La direttiva, che completa il quadro legislativo composto dalle norme sui rimpatri e sulla "carta blu" (permessi temporanei per l'immigrazione di lavoratori qualificati), sarà applicabile 24 mesi dopo la data di pubblicazione ufficiale. Il testo di oggi, negoziato dal relatore Claudio Fava (Sd-Pse) con il Consiglio e già fatto oggetto di una prima votazione il 4 febbraio, riequilibra in gran parte alcune formulazioni precedenti che rischiavano di risultare punitive non solo per i datori di lavoro, ma anche per i lavoratori immigrati irregolari sfruttati e mal pagati, che rischiavano di essere espulsi da un giorno all'altro, al momento dell'individuazione del reato, senza nemmeno poter recuperare la remunerazione ancora dovuta. Il compromesso approvato prevede che i clandestini possano ottenere, in certe condizioni, un permesso di soggiorno temporaneo (quando sono minori, se sono stati gravemente sfruttati, se sono stati vittime di tratta di esseri umani etc.), anche per poter collaborare con la giustizia nel perseguimento dei reati del loro datore di lavoro. Inoltre il testo di oggi prevede il pagamento di tutti gli arretrati della remunerazione del lavoratore immigrato irregolare alle condizioni legali vigenti. "Neanche un centesimo in meno dei lavoratori regolari che svolgono le stesse mansioni – ha sottolineato Fava. Procedure che saranno attivate automaticamente, senza bisogno della richiesta del lavoratore clandestino.
Trattamento più blando infine per i datori di lavoro di immigrati clandestini per servizi domestici (come le 'badanti'), a meno di casi di sfruttamento grave. Il testo di oggi è stato poi integrato da una dichiarazione comune con il Consiglio che lasci aperta la strada a sanzioni simili per punire anche le imprese titolari di subappalti. Un ultimo scoglio che il relatore dell’assemblea ha dovuto superare nel suo negoziato con il Consiglio è stata la reticenza di molti stati membri ad accettare la concessione del soggiorno temporaneo ai clandestini 'liberati' dallo sfruttamento del datore di lavoro in nero. Al contrario molte capitali avrebbero preferito adottare la recente direttiva sui rimpatri che renderebbe inammissibili questi permessi temporanei. Il Parlamento europeo, tuttavia, ha tenuto duro, minacciando di non approvare il compromesso se non avesse previsto i permessi di soggiorno temporanei, e alla fine ha vinto.

Nessun commento: